UN SOVRANISMO SOCIALE PER RIMETTERE L’ITALIA IN MOVIMENTO
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DOCUMENTO DIREZIONE NAZIONALE
Roma, 29-30 Giugno 2024
UN SOVRANISMO SOCIALE
PER RIMETTERE L’ITALIA IN MOVIMENTO
Negli ultimi mesi si è registrata un’accelerazione del quadro politico nazionale e internazionale realmente impressionante, a dimostrazione che siamo nel pieno di un passaggio epocale.
Le elezioni europee hanno registrato un nuovo successo dei movimenti sovranisti: in Francia Marine Le Pen – nonostante decenni di demonizzazione – è di nuovo ad un passo dalla vittoria nelle elezioni politiche, mentre Donald Trump ha sopraffatto Joe Biden nel primo dibattito televisivo sulle presidenziali americane. Questi risultati si stagliano su uno scenario globale sempre più segnato da conflitti e massacri che l’Occidente non può e non vuole frenare. Tutto converge verso il superamento dell’unipolarismo occidentale in un nuovo mondo multipolare, che in Occidente solo le forze sovraniste sembrano in grado di comprendere.
Soltanto in Italia la situazione politica è rimasta bloccata negli ultimi due anni, a causa dell’equivoco generato da questo governo che ha raccolto, e tutt’ora raccoglie, consensi sovranisti e populisti per poi convogliarli in politiche neo-liberali e conservatrici. Questo
EQUIVOCO rischia di essere pagato a caro prezzo dal popolo italiano, come si sta vedendo nelle trattative in corso nell’Unione Europea, dove il Governo italiano in quanto sovranista è stato emarginato, ma in quanto conservatore non ha fatto nulla di reale per cambiare lo status quo.
Il compito del Movimento Indipendenza è quello di rompere questo falso e pericoloso equilibrio per rimettere l’Italia in movimento, in sintonia con i cambiamenti che si stanno registrando in Europa e in tutto il Mondo.
Per ottenere questo risultato è necessario avere un chiaro posizionamento politico nella critica contro la CULTURA PROGRESSISTA e contro L’IDEOLOGIA LIBERISTA e nel
recupero della SOVRANITÀ ITALIANA sia nell’Unione Europea che nel contesto occidentale, evidenziando come questi obiettivi siano inscindibilmente collegati. Ogni volta che si tenta di separare o enfatizzare uno di questi aspetti a scapito degli altri, si viene inevitabilmente riassorbiti dal sistema dominante e/o condannati ad una inevitabile sconfitta. È esattamente quello che sta accadendo al neo-conservatorismo di Giorgia Meloni che cerca di reagire all’egemonia della cultura progressista nelle scelte politiche, senza però attaccare il sistema economico e sociale liberista e senza mettere minimamente in discussione la nostra sudditanza in Europa e in Occidente. Questa contraddizione, se non viene rapidamente superata, condanna alla dissoluzione l’attuale formula di governo.
Per questo il posizionamento ideologico su cui è nato il Movimento Indipendenza è necessario e deve essere ribadito con forza. Ma non è sufficiente per produrre il cambiamento: per incidere nella realtà occorre anche una forte penetrazione sociale e una elevata capacità di costruire alleanze politiche. Questo è il limite che si è finora riscontrato nell’azione del Movimento Indipendenza, anche per i problemi organizzativi e di comunicazione che derivano dalla sua recente costituzione.
Bisogna calare l’ideologia nel contesto politico e sociale, con grande pragmatismo e duttilità per mettere in tensione creativa l’intransigenza del messaggio con la capacità di muoversi nella realtà in cui siamo immersi.
Il primo cambiamento necessario è quello di collocare il Movimento in un preciso ambito di aggregazione, mentre le alleanze trasversali possono e debbono essere finalizzate a precisi obiettivi politici.
In altri termini, tra tutti i diversi scenari di potenziale aggregazione, deve essere scelto quello in cui ci sono più possibilità di ottenere risultati a breve termine. E questo ambito non può che essere L’ELETTORATO CHE HA VOTATO IL CENTRODESTRA nell’illusione di creare una svolta sovranista e che oggi è rimasto deluso dalla politica continuista realizzata da Giorgia Meloni. C’è uno spazio anche nel vasto mondo dell’astensionismo e del dissenso, ma è costituito soprattutto dalle persone che in passato avevano votato per quell’area politica e che nel tempo sono rimaste deluse.
Anche sul versante delle alleanze politiche ed elettorali è evidente che la strada più facile da spiegare all’elettorato è quella finalizzata a far esplodere le contraddizioni tra conservatorismo e sovranismo che esistono nel centrodestra.
Al contrario, i rapporti che in questi mesi abbiamo costruito con altri soggetti politici – ad esempio il dialogo attuato con un movimento caratterizzato a sinistra come Democrazia Sovrana Popolare o il consistente contributo di 10.000 firme portate alla proposta di legge per la Palestina promossa dall’Associazione “Schierarsi” di Alessandro Di Battista – vanno finalizzati solo a precisi obiettivi politici, costruendo degli appositi COMITATI
MONOTEMATICI in cui la trasversalità sarà tanto più feconda quanto più i singoli componenti saranno radicati nella loro area sociale e politica di provenienza.
Con questa impostazione possiamo fare un passo avanti nelle fondamentali battaglie di Indipendenza, chiedendo lo SCIOGLIMENTO DELLA NATO per costituire un nuovo
modello di difesa europeo, l’USCITA DEL NUOVO PATTO DI STABILITÀ EUROPEO come premessa per il superamento concordato dell’Euro e dell’attuale assetto dell’Unione europea e la lotta contro la devastante transizione green, la dittatura sanitaria dell’OMS e l’ideologia gender come RIFIUTO DELLE IMPOSIZIONI CULTURALI ED ECONOMICHE DELLE MULTINAZIONALI STRANIERE DOMINANTI.
Per ottenere questi risultati il Movimento Indipendenza deve rivendicare con forza la sua natura di MOVIMENTO SOVRANISTA CON FORTI RADICI DI “DESTRA SOCIALE” e quindi lanciare la formula di un SOVRANISMO SOCIALE in grado di costringere le altre forze sovraniste, o presunte tali, a superare le proprie contraddizioni incapacitanti.
Rivendicare l’idea del Sovranismo è il modo migliore per parlare alla destra senza rinchiuderci nello storico recinto della destra.
Questo posizionamento politico deve essere concretizzato con UNA FORTE RADICALIZZAZIONE DEL MESSAGGIO e POCHE BATTAGLIE FONDAMENTALI SU TEMI CHE INCIDONO NELLA VITA QUOTIDIANA DEI CITTADINI (che saranno scelti tra
quelli ben evidenziati dal lavoro delle Commissioni di questa Direzione).
La radicalizzazione del messaggio, con forti azioni simboliche, è fondamentale per superare la cappa del sistema della comunicazione che tenta di silenziare tutte le forze di opposizione reale. NON BISOGNA AVERE PAURA DI FARE SCANDALO perché
l’esperienza ci dimostra che tutte le forze politiche che hanno avuto successo negli ultimi trent’anni si sono fatte largo utilizzando come sponda proprio la loro demonizzazione da parte del sistema dominante.
Le campagne politiche devono essere focalizzate sui drammi, le follie e le ingiustizie che colpiscono il cittadino comune, perché solo questi possono essere un passepartout per far comprendere a tutti le dinamiche globali che ci rendono sudditi.
Questo atteggiamento significa mettere un chiodo dopo l’altro per scalare la parete, breve ma molto insidiosa, che ci separa da una prateria senza limiti. Questa breve e difficile scalata è quella che ci deve portare ad avere una rappresentanza parlamentare.
Per questo noi saremo presenti nelle prossime elezioni regionali e politiche, lanciando messaggi politici aperti ma focalizzati a incidere sulla nostra area di aggregazione prevalente che non può non essere quella dei delusi del centrodestra.
Documento approvato con 121 voti favorevoli e 3 contrari

DOC-ASSEMBLEA-29-6-24-1-1

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