Non abdicare!
Calamandrei e la Costituzione

(pubblicato su “L’ORA DEL SALENTO”  del  8 Marzo 1975)

Le circostanze, la situazione di estrema pericolosità e di conflittualità permanente in cui è precipitato il Paese ci inducono a non rimanere più spettatori della vita politica e ci inducono ad operare una scelta.

Il nostro impegno prioritario è costituito dalla ferma volontà di renderci promotori di una lotta contro le varie ingiustizie che affiggono la società in cui viviamo, qualunque sia la forma sotto la quale queste ultime si celino, in nome di quegli ideali e di quei valori che, nonostante tutto, sono ancora profondamente radicati nella coscienza di ogni uomo.

Forse non avremo al nostro fianco molti seguaci o compagni di lotta, come è facilmente intuibile, perché sono certamente pochi gli uomini disposti a sfidare la disapprovazione dei colleghi, la censura dei superiori, la collera degli avversari.

Tutto questo non può tuttavia scoraggiarci, perché facciamo affidamento sul nostro coraggio morale che è una dote inestimabile sul campo di battaglia che ci siamo scelti.

Il presente è ormai in via di dissoluzione, ogni settore è animato da un senso di scontentezza ed è in attesa di qualcosa di nuovo, di diverso, di migliore, un qualcosa che non potrà nascere che da una volontaria, cosciente e responsabile cooperazione di tutti i singoli componenti della società. I tempi sono nuovi e ci vengono richieste delle soluzioni nuove che potranno agevolmente scaturire soltanto da uno spirito di collaborazione reciproca avente come fine ultimo la realizzazione di un pacifico e civile progresso sociale.

Né, d’altra parte è questo il momento più adatto per ancorarsi all’illusione della sicurezza presente assumendo una posizione agnostica, per respingere aprioristicamente l’incertezza ed il rischio che inevitabilmente si accompagnano al più pacifico dei progressi.

Non è questo il momento di continuare ad abdicare ad ogni scelta politica, né quello di assistere passivamente, come in precedenza si è fatto, dinnanzi ai numerosi problemi d’ogni natura che, nell’interesse del bene comune, hanno bisogno di una tempestiva soluzione.

In linea generale si possono distinguere tre schiere di uomini, per ciò che concerne la problematica prospettata:

un primo gruppo è costituito da quanti non vogliono vedere, né sentire…; un secondo gruppo da altri che vedono e sentono, che si limitano ad una sterile constatazione e si chiedono soltanto il perché di quello che succede intorno a loro; la terza ed ultima schiera è formata da coloro che vedono e sentono, ma si chiedono anche: perché no?  Perché non tentare di portare ciascuno nel proprio campo un modesto contributo nell’interesse di tutti per modificare la società e le cose che non vano?

Certamente i mali che ci travagliano sono innumerevoli, ma è giunto il momento di adoperarci sia individualmente che tutti insieme per individuarli e sconfiggerli un poco alla volta.

Non saremmo onesti se dichiarassimo di avere la soluzione già pronta per ciascun problema, ma possiamo affermare senza possibilità di smentita che non lasceremo niente di intentato per ricercare, con la collaborazione di tutti, quelle soluzioni che più si addicono.

Concludiamo, quindi, rivolgendo un appello a quanti sono dotati di una minima sensibilità politica ed hanno fiducia in se stessi e nel corpo sociale perchè partecipino con maggior impegno, convincimento ed entusiasmo alle vicende politiche che comunque siamo destinati a vivere, tanto nell’ipotesi in cui ne saremo gli spettatori, quanto in quella, più auspicabile ed interessante, nella quale ne saremo i protagonisti.

L’invito che precede nasce anche dalla considerazione del senso di pericolo che tutti i settori vitali dello Stato avvertono, costituito da quella sensazione di scontentezza che pervade gli animi e comporta, come conseguenza immediata il rafforzamento di tutte quelle organizzazioni estremiste che tanto danno hanno già arrecato e possono ancora arrecare allo Stato.