Riflessioni sulla vicenda della m/v “Open Arms”
nave Open Arms

Occorre chiedersi in forza di quale potere un soggetto privato quale è una ONG che dopo aver noleggiato una nave ha provveduto ad armarla ed equipaggiarla per utilizzarla, nell’esercizio della navigazione sotto bandiera straniera, per il trasporto di quelle persone che abitualmente provvede a trasbordare da altro natante più piccolo, dove prima erano state a loro volta trasbordate da una nave madre, è legittimato ad esercitare un atto di coercizione sullo Stato italiano in violazione delle leggi ivi vigenti.

Nella valutazione complessiva dei fatti appare del tutto ininfluente il decreto cautelate monocratico emesso in data 14 agosto 2019 dal dott. Leonardo Pasanisi, presidente della – Sezione Prima Ter del Tar Lazio su ricorso della Fondazione Proa (Pro-Activa Open Arms) con cui è stato consentito l’ingresso in acque territoriali italiane della nave “Open Arms” ed è stata fissata l’udienza del 9 settembre 2019 per la trattazione in camera di consiglio è soltanto un provvedimento temporaneo.
Infatti il collegio del Tar potrebbe revocarlo, oppure, in caso di sua conferma, il Ministero degli Interni, in persona del Ministro pro tempore, potrebbe impugnarlo innanzi al Consiglio di Stato attraverso l’Avvocatura Generale dello Stato, ferma ed impregiudicata naturalmente la fase della discussione del merito, sia in primo grado, che in appello.
Allo stato attuale delle cose, anche se dovrà data esecuzione al decreto del giudice amministrativo, rimane sempre aperto il possibile intervento, anche d’ufficio, del magistrato penale il quale, stante il principio della obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale non potrà non iscrivere il comandante della nave e la fondazione Proa nel registro degli indagati per il delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed ove in possesso di sufficienti elementi di associazione per delinquere, disponendo conseguentemente anche il sequestro della m/v “Open Arms”.
La vicenda giudiziaria è soltanto all’inizio ed avrà certamente degli sviluppi interessanti.
Naturalmente, quanti nei ruoli rispettivamente ricoperti, partecipano, o hanno partecipato con le loro fattive iniziative o con le loro colpevoli omissioni alla consumazione dei delitti sopra citati dovrebbero rispondere tutti, nessuno escluso, a titolo di concorso nei reati che saranno ravvisati dall’Autorità giudiziaria.
Questo dovrebbe accadere in uno stato di diritto dove i poteri sono realmente separati e la magistratura è effettivamente autonoma e indipendente dalla politica.

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