Un dovuto chiarimento sulla denuncia contro il Prof. Avv. Giuseppe Conte, la dr.ssa Luciana Lamorgese e l’on.le Roberto Speranza
Tribunale dei Ministri

Una denuncia penale comporta soltanto l’esistenza di un procedimento penale che inizia con l’iscrizione nell’apposito registro di una notizia di reato e con la successiva apertura delle indagini preliminari a cura del pubblico ministero il quale, al loro termine, può chiedere l’eventuale archiviazione, oppure, il rinvio a giudizio dell’indagato.

Pertanto l’indagato diviene imputato soltanto a seguito della richiesta di citazione a giudizio a conclusione delle indagini preliminari e soltanto in quel momento si può parlare di pendenza di una causa penale.

Quando gli indagati sono ministri della repubblica, le cose divengono più complesse ed i tempi si allungano.

Infatti i rapporti, i referti e le denunzie per i reati ministeriali devono essere trasmessi al procuratore della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo del distretto di Corte d’Appello competente per territorio, il quale, senza compiere nessun tipo di indagine, ad eccezione di quelle che gli consentano di qualificare il fatto come reato ministeriale,  deve entro quindici giorni trasmettere gli atti al tribunale dei ministri e darne immediata comunicazione ai soggetti interessati, affinché possano presentare memorie o chiedere di essere ascoltati (art.6 legge costituzionale n.1 del 16 gennaio 1989).

Ricevuti gli atti, il Tribunale dei ministri  può decidere l’archiviazione – nel qual caso il decreto non è impugnabile – oppure la trasmissione degli atti con una relazione motivata al procuratore della Repubblica, affinché chieda l’autorizzazione a procedere.
Per non suscitare erronei convincimenti ed aspettative su una veloce definizione del procedimento penale attualmente in corso, ritengo quindi necessario e corretto fornire le seguenti informazioni.

Il procedimento penale riguardante i tre ministri indagati è iscritto al n. 49875/2020 ed è assegnato al P.M. dott. Giorgio Orano, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Roma, il quale, come per legge è tenuto a fare, dovrebbe già aver trasmesso gli atti al Tribunale dei Ministri in forza della legge costituzionale n.1 del 16 gennaio 1989.

Il Tribunale dei Ministri, a sua volta, come accennato, entro novanta giorni, dopo aver compiuto le sue indagini preliminari e aver sentito il pubblico ministero, dovrà decidere se archiviare (nel qual caso il decreto non è impugnabile, ma il Procuratore della Repubblica può solo chiedere al collegio del Tribunale dei Ministri di svolgere ulteriori indagini, precisandone i motivi ed il collegio deciderà nei sessanta giorni successivi), oppure il Tribunale dei Ministri può decidere di trasmettere gli atti con una relazione motivata al Procuratore della Repubblica, affinchè chieda al Parlamento l’autorizzazione a procedere ai sensi dell’art. 5 della legge cost. n. 1/1989.
L’autorizzazione dovrà essere chiesta alla camera di appartenenza degli inquisiti, quindi qualora il Tribunale dei Ministri dovesse decidere la trasmissione degli atti al PM, per il Prof. Avv. Giuseppe Conte e la dr.ssa Luciana Lamorgese, che non sono parlamentari, competente a decidere sull’autorizzazione a procedere sarà il Senato, mentre per l’on.le Roberto Speranza, il quale è un deputato, sarà competente la Camera dei deputati.

Questo è brevemente l’iter procedimentale che verrà seguito nei tempi tecnici sopra indicati, il risultato finale resta per un verso affidato alla Magistratura e per l’altro (aspetto non secondario) dipenderà dalla volontà della attuale maggioranza parlamentare che dovrà pronunciarsi a maggioranza assoluta sulla richiesta di autorizzazione.

Una volta ottenuta l’autorizzazione a procedere, il giudizio di primo grado spetta al tribunale ordinario del capoluogo del distretto di corte d’appello competente per territorio.

Quindi nessun clamore, nessun merito, nessun demerito, siamo solo all’inizio di una seconda fase di un procedimento penale diverso da quello ordinario perché gli indagati rivestono le funzioni di ministri ed in presenza di atti dovuti, il tutto avrà luogo nel rispetto della legge e delle garanzie procedurali ancora vigenti finchè in Italia sarà conservato uno Stato di diritto.

Non si può che confidare nell’autonomo e indipendente operato della Magistratura e nelle responsabili valutazioni dei parlamentari, espressione della coscienza nazionale.

 

 

 

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